Via Labicana (R. I – Monti) (da Piazza del Colosseo a via Merulana)
Dal 1903, fu dato questo nome alla via che va dal Colosseo a via Merulana [1], mentre l’antica, costruita in un suolo di tufo vulcanico con risalti di lava nei luoghi più elevati, fu aperta dai Romani dopo le prime conquiste sui popoli vicini e conduceva a Labico (Montecompatri), i cui abitanti, formati a tipo latino di città sparsa, trasmigrarono successivamente in luoghi diversi.
La Labicana usciva, insieme alla Prenestina, dalla porta Esquilina [2] delle mura Serviane, e, nel recinto Aurelianeo, dall’arco del monumento dell’Acqua Claudia, ora Porta Maggiore (La Labicana a destra, la Prenestina a sinistra uscendo).
Nell’età imperiale, la Labicana si giovò dell’esistenza del grande “Patrimonium” dell’Imperatore (patrimonium principis) che dal Celio arrivava a San Cesareo.
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[1] ) Lungo la nuova via erano i "Castra Misenatium" distaccamento di marinai addetti alla manovra del velario del Colosseo, poi il Forum Petroni Maximi (piazza pubblica); il Summum Choragium, magazzino attrezzi e materiali (instrumentum scenarium) per l’Anfiteatro fra San Clemente e il "ludus magnus" e il "ludus Matutinus". Il primo, il più grande di tutti, accoglieva gladiatori di ogni razza; nel secondo, che pure era nella III regione al pari del "Dacicus" e "Gallicus", si esercitavano i giovani che si dedicavano a questa professione, ripartiti secondo l’origine.
[2] ) Detta oggi Arco di Gallieno (chiesa di S. Vitale - vedi via di San Vitale - Monti).
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